I GUESS THIS IS NOT FAIR
Take it or leave it. Sleep my body. Sleep Tonight.
La più forte delle emozioni può essere ottimisticamente sommersa dai metodi dell’autocontrollo. Dicono. La mano che vuoi allungare, il fluido melmoso di una dichiarazione d’amore. Tutte cose da soffocare con il cuscino. Nemmeno se fossi più stronza ti rifilerei questa roba e alla fin della fiera con nervi, occhi e pensieri si possono fare origami belli e spiegazioni. S’acquietano facilmente pure le voglie del basso ventre. Sono ferma, dormo. Dormirà anche lui.
Questa mattina ti parlo in dieci centimetri, guarda come gongolo, guarda come rido.
E se di amarmi ti viene la voglia,
Guarda come gongolo, guarda come vibro.
Bla, bla, bla, bho,
Improvvisamente frasi disarticolate sono ponte e attraversano tutti e dieci i dieci centimetri.
Lasciami appoggiare la testa qui.
Non sai quel che fai. Ti ricordi come ci amavamo allora ?
Lascia che accarezzi la tua pancia così.
Dallo stesso luogo della mente nascono luminosissimo piacere e denso terrore.
Bastava anche mezzo centimetro di bocca, pochi metri arrotondati di corpo, schiena, braccia, un abbraccio. Non dire mai che ti viene da piangere. Hai visto quel sorriso di bambino dentro il vaso di caramelle ? a occhi chiusi, tiri fuori ancora quella bocca comica che mi fa ridere davvero, ora, ieri, un sacco di tempo fa. Zitta, scema ! tu sei pazza ! Non dire mai quanto ti piace.
Consumo braccia di latte, onde vaganti di piacere, ovviamente senza il coraggio di una voce.
Vieni qui.
Non ho voglia di scassarci di parole.
Io ho bisogno delle tue carezze.
Non ho voglia di foderarmi di infinito a buon mercato e poi ancora scomparire con il mio paracadute.
« A presto ».
Sono sprofondata in un sacrilego impossibile. Già pietrifico. Tutti sanno che ho corteggiato la mia immaginazione per tempi troppo lunghi. Valide dichiarazioni di consapevolezza , diagnosi stereoscopiche e deroghe di responsabilità non sono di protezione alcuna dai suoi danni.
Non ho mai avuto difficoltà ad ammettermi come autonomo artefice di una malattia senti-mentale. Mi son fatta ossessionata, a tal punto da sentirsi pienamente autorizzata. Ho scritto file di fantasmi e ho scritto intorno a buchi neri.
Melò, melò, che di più non si può.
Schiaffo, silenzio, chissà che un giorno non ne guarisca.